lunedì 9 novembre 2009

The Berlin Wall

9 novembre 1989: crolla il muro di Berlino. Un muro che ha dilaniato menti e cuori, diviso un popolo e spaccato in due la capitale tedesca.

Il 9 novembre 1989 la TV trasmetteva in diretta scene di insolita euforia. Gli occhi di una bambina di tre anni, i miei osservavano distrattamente quelle immagini. La mamma cercava di spiegarle che quello che vedeva in TV era un evento storico: era caduto un muro! (Alessia Strinati). Il Berliner Mauer è stato oggetto di fraintendimenti e confusione sin dal suo concepimento. Basti pensare alla dichiarazione lasciata il 15 giugno 1961 dal Presidente del Consiglio di Stato della RDT (Repubblica Democratica Tedesca) Walter Ulbricht, “nessuno ha intenzione di costruire un muro”. Per tutta risposta, all’alba del 13 agosto, neanche due mesi dopo, vennero eretti sbarramenti provvisori ai confini dei settori tra Berlino Est e Berlino Ovest.
Nello stesso clima d’incertezza è stata partorita la decisione dell’abbattimento del muro. Günter Schabowski, responsabile a Berlino della SED (Partito Socialista Unificato di Germania), la sera del 9 novembre 1989 fu incaricato di informare i mezzi stampa sulle riforme ai permessi di attraversamento del varco (Federica Binanti). Il corso della storia, tuttavia, cambiò nella metà degli anni Ottanta quando Michail Gorbaciov salì al potere. Gorbaciov tentò di superare le tensioni militari con gli Stati Uniti, certo non vi riuscì come avrebbe voluto ma grazie a lui caddero i regimi comunisti e avvenne l’unificazione tedesca. Se quel 9 novembre il muro di Berlino non fosse caduto non solo non si sarebbe riunificata la Germania ma non si sarebbe creata l’Unione Europea, non pagheremmo in euro, avremmo frontiere, dogane, confini pronti a frantumare l’identità di un continente non unanime ma ricco di popoli che hanno una radice comune e una prospettiva futura basata sull’alleanza e la cooperazione. 20 anni dopo si può guardare il presente e sperare nel futuro dell’Europa solo grazie a quel 9 novembre 1989 (Annalisa Fantilli). Per 28 lunghi anni l’epicentro del vecchio continente è stato spezzato da questo muro che ha costretto intere famiglie a separarsi apparentemente per sempre, con la convizione che se solo avrebbero provato a scavalcarlo, sarebbero rimasti uccisi. Nessuno si aspettava che quel regime in Germania potesse crollare, nessuno sperava più di vedere la nazione unita. E invece quel muro è crollato e, dopo tanto tempo , ci si è sentiti nuovamente parte di un solo popolo. Si era di nuovo tutti cittadini di Berlino (Sara Aquilani e Elisa Spadaro). 50.000 persone varcarono il muro da est verso ovest, accolti dall’abbraccio fraterno di una città in festa. “Liberi siamo finalmente liberi”, questi erano i cori e i titoli delle testate giornalistiche di tutto il mondo, che segnavano la svolta, l’evoluzione politica mondiale e la coesistenza pacifica tra i popoli (Priscilla Darbisi). Sono trascorsi vent’anni da quel giorno, quello che lo stesso cancelliere Merkel ha definito “il giorno più felice della recente storia tedesca” e Berlino è ansiosa di commemorarlo (Federica Binanti). I festeggiamenti sono giunti all’apice con l’ avvio di un lungo domino che ha fatto crollare un simbolico muro, fatto di pannelli alti due metri e dipinti da artisti e bambini di tutto il mondo. Uno spettacolare effetto di luci e colori per oltre un chilometro e mezzo, là dove correva il filo spinato che divideva non solo Berlino ma l’intera Germania (Elisabetta Brenci) In tutto il mondo manifestazioni, mostre, spettacoli, concerti per festeggiare la LIBERTA’ un diritto di tutti, che, ancora, in alcune realtà sembra essere un privilegio (MariaTeresa Scionti) Torino ha organizzato una mostra fotografica sul muro di Berlino allestendo una mostra alla biblioteca Shaharazade dal 9 novembre al 6 dicembre dal titolo “Il Muro protezione o privazione” racconta la visione che differenti artisti, fotografi e dilettanti, italiani ed internazionali, hanno del muro. Nel corso del 2009 è stata realizzata anche un’iniziativa per ricordare li eventi passati del 1989, grazie ad una pubblicazione in inglese edita dall’ Ente Nazionale Germanico per il Turismo e intitolata: “ Welcome to the country without borders” (Paola Gallo). Le edicole sono invase da supplementi e pubblicazioni dedicate al ventennale della caduta del muro, i giornali e le TV pullulano di testimonianze personali sul ”mio 9 novembre” questi sono i segni più evidenti della festa che Berlino, tutta la Germania e l’intera Europa si apprestano a vivere a 20 anni dagli avvenimenti che sancirono la riunificazione dell’Europa (Federica Lupinu). In questo clima di festa, proprio a Berlino, il 5 novembre 2009 gli U2 hanno organizzato un concerto gratuito per celebrare il ventesimo anniversario dalla caduta del muro di Berlino. L’evento si terrà in contemporanea con gli MTV Music Awards, in programma quella sera nella capitale tedesca (Sara Aquilani). In aggiunta Maria Vittoria Pinto ha voluto riportare un’intervista fatta a Róża Thun, ex dissidente e militante in Solidarnosc ai tempi della caduta dei regimi comunisti. La caduta del Muro di Berlino, a suo vedere è un evento simbolico di straordinaria importanza, ma squisitamente tedesco. ″Ciò che ha davvero trasformato l’Europa è che noi, tutti insieme, siamo riusciti a smantellare la Cortina di ferro. Le parole ‘caduta’, ‘collasso’…hanno una connotazione passiva, come se noi fossimo stati lì a guardare. Non è caduto niente da solo, la Cortina l’abbiamo tirata giù noi con sforzi enormi, coraggio e una grande visione politica dai tutti e due i lati″. Il giubilo del popolo tedesco è una testimonianza di una nuova era, non priva di difficoltà, ma che comincia con una consapevolezza nuova: la libertà è stata portata laddove ha regnato indiscriminatamente un terribile regime dal 1917, come osserva Alessio Perigli.

«Ci sono molte persone al mondo che non comprendono, o non sanno, quale sia il grande problema tra il mondo libero e il mondo comunista. Fateli venire a Berlino! Ci sono alcuni che dicono che il comunismo è l’onda del futuro. Fateli venire a Berlino!». J. Kennedy (Claudia Nardi)

«Non è facile gettare il nostro cuore oltre quel maledetto muro. Ma un giorno, mano nella mano, lo oltrepasseremo» Pink Floyd (Federica Lupinu)

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4 Comments:

Blogger Arianna said...

bravi ragazzi! ;)

14 novembre 2009 alle ore 07:37  
Anonymous Anonimo said...

COMPLIMENTI,davvero bello!!!
Mariateresa

14 novembre 2009 alle ore 08:14  
Anonymous Anonimo said...

Grazie mille!!Sara Aquilani

16 novembre 2009 alle ore 08:59  
Anonymous Anonimo said...

Graie!!!Paola Gallo

25 novembre 2009 alle ore 14:01  

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