sabato 15 novembre 2008

Barack Obama: tra speranza e cambiamento

Il day after di Barack Obama ha imposto al mondo la riflessione sulla sua campagna elettorale, lunga più di anno.
Organizzata perlopiù online e attraverso la partecipazione sui network, cercando consensi non solo nelle piazze americane ma anche nelle "città" virtuali della Rete. Non a caso, molti esperti di marketing hanno pensato bene di definire il neo presidente statunitense "il prodotto di un mercato": il web. Una promozione che, grazie, ai social media, ha raggiunto l'americano medio, garantendo non solo visibilità ma anche consenso (Sonia Bertino). In Italia, dove il cambiamento e lo sviluppo tecnologico sono ancora in atto, la vittoria di Barack Obama e l’uso che, nella sua campagna elettorale è stato fatto di Internet, hanno avuto come effetto quello di far parlare subito di “cambiamento”. Obama non è stato semplicemente protagonista del cambiamento, Obama è stato il cambiamento: arrivato negli Stati Uniti molto prima che da noi (Arianna Ceccarelli).
Il Presidente di colore rappresenta una società che è già cambiata e che percorre una strada nuova: quella delle nuove tecnologie e, in particolare, di Internet (Federica Guarany). Osserva Ilaria Biancacci, che Obama non ha vinto grazie a Internet, ma usando Internet per fare quello che qualunque politico dovrebbe porsi come obiettivo: ascoltare le persone, confrontare le idee, fare sintesi. Obama ha deciso di parlare alla gente utilizzando i mezzi di comunicazione "della gente": scegliendo la comunicazione immediata, la condivisione e la partecipazione diretta che solo la Rete può offrire (Maria Laura Pala). Sfruttando al meglio le capacità della Rete, è stato infatti possibile far girare i contenuti politici in tutta l'America, non solo quella delle patinate e scintillanti metropoli, ma anche quella della ruggente e polverosa periferia (Alessandra Zompatori). Ha aperto persino un sito internet per ascoltare le proposte di qualunque cittadino: si chiama change.gov ed è il primo segno tangibile del cambiamento in atto. Tutti i cittadini possono entrare e lasciare le proprie idee cliccando sulla sezione 'Open Government' (Martina Cirulli). Barack Obama, il 44° presidente degli Stati Uniti, ha battuto il suo rivale repubblicano John McCain, grazie soprattutto al consenso ricevuto dal popolo del web e ai social network, riuscendo così a conquistare la fiducia del popolo americano (Caterina Cerino). Come ha precisato Emmanuele Leone, si è trattata di una vera e propria campagna multi-tasking, con una strategia pienamente cross mediale, che ha fatto di Facebook e Myspace il trampolino di lancio. Il sito ufficiale di Barack Obama è stato, poi, una vera piattaforma operativa per la campagna su internet, grazie alla possibilità di inserire il programma elettorale, le informazioni personali del candidato e tutta una serie di elementi interattivi (Angela Carusone) che hanno contribuito a far emergere anche il lato umano della persona Obama. Un piccolo avvocato di Chicago, un uomo comune con la sua famiglia e i suoi problemi quotidiani, da tre anni al senato (Caterina Cerino), l’uomo di colore, cresciuto con pochi soldi, ma con grandi valori nel cuore (Alessandra Zompatori) e che, grazie alla sua aria bonaria e familiare (Andrea Falla) ha capito in pochissimo tempo come arrivare al cuore del suo popolo, battendo la rivale Hillary Clinton. Il suo sito è un grande esempio di tecnologia e di interattività multimediale: tutti possono iscriversi, creare il proprio spazio, interagire con gli altri, e fare una donazione per la campagna elettorale (ciò ha permesso di raccogliere milioni di dollari dalla Rete, svincolandosi dai finanziamenti tradizionali e di stato) (Emmanuele Leone e Martina Cirulli). Si stima che, grazie al Web, Obama sia riuscito a raccogliere circa 600 milioni di dollari, con i quali ha pagato parte della campagna elettorale (circa il 10% delle spese complessive) (Erika Carpinelli). Tantissimi i numeri in circolazione: su Facebook si calcolano 2 milioni e 382 mila supporter, contro gli scarsi 620 mila di McCain; su MySpace quasi 900 mila per Obama, contro gli appena 217 mila del senatore repubblicano Mc Cain. Il canale ufficiale di Obama su YouTube è stato cliccato da oltre 18 milioni di persone, mentre quello di Mc Cain, da poco più di 2 milioni (Federica Macagnone). Osserva Silvia Donat Cattin che, nel grafico diffuso da TechPresident sul minutaggio totale dei due candidati su YouTube, il predominio di Obama su Mccain è stato schiacciante: Obama conta 14 milioni e passa di ore; McCain solo 488 mila. Secondo Peter Levine, esperto di voto giovanile, si calcola che il 66% degli elettori tra i 18 e i 29 anni ha votato per Obama, registrando un aumento della partecipazione pari al 6%, fino al 55% dell'elettorato giovanile. Altri numeri piuttosto curiosi sono quelli che riguardano più in generale la Rete e i contenuti presenti. Cercare il nome di Barack Obama su Google vuol dire trovare informazioni nelle 95.300.000 pagine, cliccare 148.000 link su Google Video e vedere 430.000 filamti su YouTube. Diversi i numeri dei rivali: 67.200.000 link su Google, 105.000 su Google Video e 359.000 su YouTube (Federica Macagnone). Come osserva Fabiola Vulcano, un volto così "sconosciuto" ai più è stato in grado di diventare un autentico polo di attrazione (non solo per li americani) e di permeare cuori e menti di un intero pianeta. Parte del merito è da attribuire ad un contatto diretto non solo in carne e ossa, ma anche all'utilizzo massiccio dei nuovi mezzi di comunicazione. Per rappresentare il Partito Democratico alle Presidenziali U.S.A. 2008, tra un candidato afro-americano e una candidata donna, il popolo democratico ha scelto quello con cui aveva un contatto (o anche solo la possibilità di averlo) più diretto, che ha sentito più prossimo a quelle che sono le problematiche quotidiane.
di Arianna Ceccarelli e Ilaria Giordano

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1 Comments:

Blogger Eleonora Limiti- Giornalista Professionista said...

Stefano puoi linkare questa ragazza per favore. Grazie. Eleonora

Laura Barreales: http://www.laurabarreales.blogspot.com/

21 novembre 2008 alle ore 08:19  

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